Come si produce la birra

Se stai leggendo questo articolo sicuramente anche tu, come noi, ami la birra, una bevanda che negli ultimi anni ha conosciuto una diffusione ed un apprezzamento crescenti. Se sono sempre di più coloro che la amano, pochi sanno esattamente come viene prodotta.

Il processo di realizzazione della birra si compone ovviamente di svariate fasi, le quali sono sufficientemente complesse anche se non si vuole tener conto dei diversi stili che comportano delle specifiche modifiche. All’interno di questo approfondimento, cercheremo di spiegare come si svolge tale processo produttivo in maniera molto semplice.

 

Le fasi iniziali: tutto ruota attorno al grano

Iniziamo con il prendere in esame la prima fase del processo produttivo della birra, quello che prevede la macerazione dei cereali. All’interno della fabbrica – oppure nelle case degli amanti dell’homebrew – si inizia il tutto frantumando diversi tipi di malto al fine di rompere i chicchi di grano.

Tale procedimento presenta l‘obiettivo di estrarre gli zuccheri che saranno poi responsabili della fermentazione: il risultato di questo primo processo sarà quel che gli anglosassoni chiamano grist, un prodotto macinato che verrà successivamente sottoposto ad ulteriore lavorazione. Quel che accade poi al grano rappresenta in un certo senso l’inizio del processo di trasformazione.

Esso viene infatti trasferito all’interno di un tino, dove viene mescolato con acqua riscaldata. Ciò ha l’obiettivo di sfruttare gli enzimi naturalmente contenuti all’interno del malto e rompere così l’amido in zuccheri. Il mosto viene successivamente trasferito all’interno dei tini, all’interno dei quali un liquido dolce, che viene conosciuto con il termine mosto, qui viene separato dalle bucce del grano.

 

Dalla bollitura alla fermentazione: i passaggi cruciali per la birra

Il mosto viene quindi raccolto all’interno di un recipiente, dove viene portato ad ebollizione controllata prima di poter procedere ad aggiungere il luppolo. A questo punto arriva il momento di trasferire il mosto, appena sottoposto ad attenta ebollizione, all’interno di un macchinario che ne consente un movimento vorticoso.

L’obiettivo di questo passaggio è quello di separare il mosto: durante questa fase qualsiasi residuo di malto oppure ogni eventuale particella di luppolo ancora presente all’interno del liquido viene rimossa del tutto. Il risultato che ne deriva è dunque quello di un liquido che è completamente pronto per venire successivamente raffreddato e poi fermentato.

Proprio quest’ultimo passaggio rappresenta forse uno dei momenti più affascinanti del processo di produzione della birra: stiamo parlando ovviamente della fermentazione alla quale si dà il via con l’aggiunta di lievito. L’obiettivo del lievito è quello di trasformare il mosto con un residuo zuccherino ancora al suo interno in una bevanda alcolica strutturata e complessa.

Proprio il lievito infatti è responsabile della produzione di alcol, oltre ad una ampia gamma di aromi e ovviamente di anidride carbonica. Al termine della fermentazione si può già vedere quella che sarà la birra finale: la durata di questa fase può subire delle variazioni a seconda dello stile ma è sicuramente quella nella quale va prestato il maggior grado di attenzione.

Il tutto infatti deve essere correttamente bilanciato per garantire che la gradazione alcolica e la percentuale di anidride carbonica, che più tardi sarà fondamentale per garantire alla birra il suo carattere frizzante, siano correttamente bilanciate tra loro.

 

Maturazione ed eventuale passaggio in cantina: gli step finali

Una volta che si può considerare concluso il processo di fermentazione, il mastro birraio si trova di fronte un prodotto embrionale, ossia una birra non ancora pronta per essere commercializzata, o comunque assaggiata, a meno che non si voglia incorrere in spiacevoli sorprese. Tale birra ancora in un certo senso timida e non ancora preparata all’incontro con le papille gustative dell’assaggiatore, deve essere lasciata maturare.

Questo passaggio consente il pieno sviluppo di tutti gli aromi, che divengono più complessi e ricchi proprio in virtù di questa fase di riposo. Se ti diletti in prima persona di produzione di birra, su Birre da Manicomio troverai dei prodotti, come i kit con diversi bicchieri, che rendono la degustazione della birra in questo momento ancor più intrigante.

È proprio in questa fase che il ruolo del mastro birraio diventa davvero cruciale al fine di ottenere un prodotto finale di ottimo livello, assicurandosi che la birra raggiunga il pieno potenziale che può esprimere, grazie alla sua esperienza maturata sul campo. Quando le figure professionali adibite lo ritengono opportuno, la birra viene filtrata, sottoposta ad un processo di eventuale gasazione e trasferita nel serbatoio, dove passa attraverso un processo di scomposizione che richiede circa tre o quattro settimane per giungere a totale chiusura.

Una volta completata questa fase, ecco che la birra risulta terminata e pronta per essere confezionata. Qui si possono esprimere la personalità e l’estro del produttore, che nel caso di un’azienda andrà ad apporre il logo e la cifra stilistica identificativa della birra, mentre nel caso di un piccolo produttore saprà raccontare la passione che muove nell’intraprendere questa strada.

Per capire come l’intervento dell’uomo sia determinante nell’arrivare ad un risultato finale così unico, pur partendo da ingredienti simili, ti consigliamo di provare prodotti di stili diversi tra loro, come ad esempio la Abbaye des Rocs, la Boucanier Dark o ancora la Blanche de Namur. Si tratta di espressioni distinte, che aiutano ad apprezzare e comprendere al meglio il processo produttivo di quest’affascinante bevanda.